La pandemia della coronavirus (COVID-19) sta creando sfide senza precedenti in tutti i livelli della società.
Gli individui con disturbi del neurosviluppo, come l’ADHD, sono particolarmente vulnerabili in questa situazione e per le misure di isolamento/distanziamento fisico potrebbero mostrare un aumento dei problemi comportamentali.
La crisi pone alcune importanti domande per i medici su come fornire le cure migliori, considerando le nuove restrizioni. Pertanto l’European ADHD Guidelines Group (EAGG), ha scritto una “Guida per la valutazione e la gestione dell’ADHD durante la pandemia del virus COVID-19”.
LINK: https://www.thelancet.com/pdfs/journals/lanchi/PIIS2352-4642(20)30110-3.pdf (la Guida è scritta solo in lingua inglese).
Considerando la necessità del distanziamento fisico, viene consigliato che tutte le prestazioni di servizi psico-terapeutici previste, dovrebbero comunque continuare via telefono o con un’adeguata tecnologia video online.
La crisi COVID-19 può essere particolarmente impegnativa per tutti gli adolescenti, ma ancora di più per quelli con diagnosi ADHD e altri disturbi comportamentali.
- Le scuole e gli insegnanti dovrebbero cercare di monitorare particolarmente questi studenti, ricordandosi le loro caratteristiche/difficoltà, come la disorganizzazione e la facile demotivazione nel svolgere i compiti assegnati.
- Per le famiglie con bambini con ADHD, la Guida raccomanda l’uso costante delle strategie genitoriali comportamentali per loro previste, perché migliorano la convivenza riducendo i comportamenti oppositivi e distruttivi presenti nelle forme più gravi. Sarà quindi importante continuare ad attingere alle strategie abitualmente raccomandate ai genitori di figli con ADHD, fra cui mantenere una routine quotidiana e un’adeguata igiene del sonno.
- Le linee guida del dell’EAOG mettono in evidenza l’importanza della costruzione della fiducia in se stessi nel figlio con ADHD, garantendo che tutti i membri della famiglia sappiano cosa ci si aspetta da lui.
Per i bambini/adolescenti con ADHD in terapia farmacologica, i cui sintomi si aggravano per la prolungata situazione di isolamento/restizioni COVID, viene consigliato di non sospenderla durante il fine settimana, a sostegno di una migliore convivenza familiare.
L’impossibilità attuale di effettuare visite cliniche faccia a faccia per monitorare i farmaci non deve essere considerata una controindicazione per continuare la farmacoterapia in corso.
Rimane importante però che i pazienti possano continuare a contattare i loro specialisti qualora dovessero manifestarsi sintomi avversi/effetti collaterali.
Tratto, tradotto e adattato da:
https://www.thelancet.com/journals/lanchi/article/PIIS2352-4642(20)30110-3/fulltext
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