Condivisione di preziose riflessioni del Prof. Carlo Cianchetti -Direttore della Clinica di Neuropsichiatria Infantile Univeristà degli studi di Cagliari – che è stato anche Presidente della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’ Infanzia e dell’Adolescenza:
“(…) Sono ancora molte le difficoltà in cui viene a trovarsi un genitore di bambino con ADHD a causa delle insufficienti conoscenze che si trovano ancora fra i medici (e in particolare gli psicologi e i neuropsichiatri), su un certo tipo di errore in passato già a lungo commesso che fa parte di uno stereotipo culturale derivante da vecchie teorie o cattiva interpretazione delle stesse e che si basa sull’assunto: “la colpa è sempre dei genitori” !
Come è successo per l’ autismo (potremo mai calcolare il danno e la sofferenza che questa impostazione ha provocato nelle madri e di conseguenza nei figli?), ora questo continua, a volte, per l’ ADHD.
Già da anni la letteratura scientifica contraddiceva vecchie teorie relativamente all’autismo e all’ADHD, ma evidentemente non tutti si aggiornano !
Ben lungi dal negare che tante problematiche del bambino dipendano anche dall’ ambiente e dal contesto familiare, ma bisogna saper distinguere e non imputare allo stato d’ansia riscontrabile nella madre, ad esempio, la causa della problematica neurobiologica del bambino.
Anche nei casi in cui vi è una responsabilità più o meno ampia dei genitori, l’atteggiamento del terapeuta deve essere diverso, non accusatorio ma, secondo il proprio ruolo, “terapeutico”, cioè di indirizzo, di richiamo e di ricerca della collaborazione da parte del genitore.(…)
La carenza purtroppo si riscontra ancora nelle tecniche terapeutiche, visto che gli specialisti sono preparati per un solo tipo di psicoterapia, efficace per alcuni disturbi, ma non quanto altri interventi terapeutici previsti per l’ ADHD. (…)
Tratto dalla presentazione del libro: “Vorrei Scappare in un deserto e gridare”- di R. D’Errico e E. Aiello