Nuove prove che collegano i disturbi legati al sonno ai sintomi dell’ADHD possono aprire la strada a nuovi trattamenti che si concentrano sulle abitudini del sonno COME CAUSA e non un effetto del deficit di attenzione.
Una nuova teoria ipotizza che i sintomi dell’ADHD possano essere causati da una mancanza di sonno circadiano regolare, ponendo che i problemi di attenzione e sonno possano essere “due facce della stessa moneta fisiologica e mentale” – non solo due condizioni a volte sovrapposte.
La teoria è stata presentata dalla esperta Prof.ssa Sandra Kooij al 30 ° Congresso europeo del Neuropsychopharmacology, tenutosi a Parigi. In quella occasione ha esposto una vasta ricerca che collega l‘ADHD ai problemi del sonno e ha offerto nuove prove che riguardo i distorti ritmi circadiani correlati ai sintomi dell’ADHD .
“C’è in corso ormai una vasta ricerca che mostra che le persone con ADHD tendono anche ad avere problemi di sonno“, ha detto la Kooij. “Quello che si sta facendo adesso è poter confermare, sulla base delle prove esistenti, che i problemi circadiani siano presenti nella maggior parte dei pazienti con ADHD ”
Le prove stanno già suggerendo che le persone con ADHD hanno il 75% in più di probabilità di avere ritardi nel sonno – tra cui un momento di andare a dormire e cambiamenti della temperatura corporea ritardati – rispetto alle persone senza ADHD. Hanno anche maggiori probabilità di essere svegli di notte, o di avere diagnosi di: apnea del sonno, sindrome delle gambe senza riposo o altri disturbi legati al sonno.
E’ risaputo che la mancanza di sonno può ridurre la concentrazione, peggiorare l’umore e ostacolare la produttività (gli stessi sintomi che sono i segni distintivi dell’ ADHD). Ma la connessione tra ADHD e sonno non è mai stata completamente compresa, mentre la Prof.ssa Kooij, con la sua importante ricerca, ha voluto rispondere ad una domanda importante:
“L’ADHD causa insonnia o l’insonnia causa ADHD?”
Se è risultato è la seconda ipotesi, potrebbe aprire la porta a trattamenti non farmacologici per l’ADHD. La terapia della luce, la melatonina e altri interventi per il sonno, facili da applicare, potrebbero fare grandi progressi di fronte ai sintomi dell’ADHD.
“Stiamo continuando a lavorare in questo campo per confermare questa relazione fisico-mentale trovando i biomarcatori, come i livelli di vitamina D, glicemia, livelli di cortisolo, pressione del sangue di 24 ore, variabilità della frequenza cardiaca e così via” e ha concluso la Kooij – “Non affermiamo che tutti i problemi dell’ ADHD siano associati agli schemi circadiani, ma sembra sempre più probabile che questi siano un elemento importante in futuro per la diagnosi e il suo trattamento“.
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