Essere “scientifici” significa, “sperimentare”, essere in un continuo processo di sperimentazione verso una determinata strategia, o terapia e nella sua continua revisione, senza scoraggiarsi quando un intervento dovesse fallire e sapendo utilizzare quanto si è imparato fino a quel momento per provare a risolvere il problema in un altro modo, attraverso strade diverse.
Un invito molto deciso a “rimboccarsi le maniche” in una prospettiva quindi radicalmente opposta a quella “colpevolista” e pertanto passiva e nichilista, purtroppo ancora troppo diffusa.
Il Prof. Barkley afferma: … “ In primo luogo per ottenere validi risultati nella terapia cognitivo-comportamentale si deve pensare ai principali operatori (genitori, insegnanti,etc.) di questi bambini che su base quotidiana , in una miriade di contesti e relazioni sociali, affrontano e gestiscono il comportamento impulsivo, disinibito, disattento e scarsamente regolato per il quale i bambini ADHD sono famosi.”
E ancora : ” Quanto più aumenta la nostra esperienza scientifica ed il lavoro con i ragazzi più gravi, tanto più emerge profondamente che i genitori ed altri adulti significativi nella vita del bambino (compresi i fratelli ed insegnanti ) debbano essere inclusi nel processo di trattamento se vogliamo che ci sia una speranza di mantenimento e generalizzazione dei cambiamenti positivi.”
– Perché la scuola è così “difficile”?
– Il problema della disciplina
– Il problema dell’apprendimento
– Il problema della motivazione
– L’insicurezza dei genitori
– Cosa possono fare i genitori per MOTIVARE i figli a studiare?
– Cosa possono fare i genitori per AIUTARE i figli a studiare?
– (…)
Questi argomenti, e molti altri ancora, sono gli importanti spunti di riflessioni di un genitore che ha collaborato/partecipato alla realizzazione del 3 Convegno regionale AIDAI del Friuli Venezia Giuila il 16.4.2005
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